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Umiltà e Arroganza


Una critica che è capitato di sentirmi rivolgere (soprattutto da egocentrici e narcisisti) è quella di essere poco umile. Così voglio fare chiarezza su questo concetto.

Utilizzando il sistema del “giudizio”, quello che stanno dicendo è che, essendo sicuro di me stesso, ai loro occhi “sembro arrogante”.

Ma in realtà cosa sta dicendo colui o colei che mi rimprovera questo?

Che non ha sicurezza in stess* e quindi è lui/lei stessa che usa l'arroganza per compensare la scarsa sicurezza, quindi proietta su di me ciò che fa. Ognuno di noi è lo specchio dell'altro, perché nessuno osserva realmente chi ha davanti, ma la quasi totalità delle persone proietta se stess* sugli altri.


Ora andiamo a comprendere i due termini.

Arrogante: dal lat. arrogante(m) p. pres. di arrogare: attribuirsi ciò che non ci spetta - Che ad ogni costo vuole per sé più stima, più roba, più diritti che non meriti; quindi pretensioso, presuntuoso.


Umile: dal lat. humilem, accusativo di humi-lis - basso, che sta sotto, al suolo, a terra. Onde "umile" l'uomo di sentimenti poco elevati, o abbattuto, o di bassa condizione. Il cattolicesimo però nobilitò questa parola ed umile si disse l'uomo che riconoscendo la propria piccolezza e insipienza, sente basso di sé per rispetto alla grandezza di Dio e dell'Universo.

Attraverso queste due semplici definizioni etimologiche si è aperto un mondo!

Partiamo dall'arroganza: che differenza c'è dall'essere sicuri di se stessi?

Per essere “sicuro di me stesso” io ho conosciuto, perché li ho osservati e compresi, sia i miei punti deboli che i miei punti di forza, quindi “sono sicuro” di ciò che sono e di ciò che esprimo.

Cosa c'è di arrogante in questo?

Nulla.


Per poter esprimere arroganza, io non solo non ho compreso chi sono, ma la mia mente crede cose che non esistono o ingigantisce comportamenti “positivi” che magari sono presenti soltanto in minima parte, e questo, generalmente è un modo di porsi tipico di persone inconsapevoli e narcisisti vari.

Una frase che ho sentito dire svariate volte e che mi fa molto sorridere è questa “Io sono un appassionat* di cucina e sono sicuro che potrei fare lo chef da ristorante tranquillamente”.

Questa è pura arroganza.

Tra le varie esperienze lavorative, ne ho avuta una nella cucina cucina di un ristorante, come aiuto cuoco. Immagina di trovarti a 50 gradi centigradi e umidità altissima, devi fare 7-9-10 cose insieme e tutte devono essere perfette, in più dar retta al cameriere che ti viene a portare nuove ordinazioni, le altre persone che lavorano in cucina con te che hanno esigenze diverse dalle tue, e se lavori in un ristorante con cucina a vista, anche essere osservato dai soliti “personaggi” che vorrebbero essere serviti per primi e vengono a controllare. Alla luce di tutto questo io sarei curioso di sapere quante persone siano in grado di farlo senza aver mai fatto un periodo di adattamento, necessario per comprendere la differenza tra una cucina di casa e quella di un ristorante.

Come questa frase ce ne possono essere milioni d'altre, ma il concetto è sempre lo stesso. Se io non conosco o non ho sperimentato una qualche situazione e non ne sono del tutto padrone, se io faccio un'affermazione di piena e totale sicurezza, ciò che esprimo è solo arroganza.


Andiamo ad osservare l'altro estremo, l'umiltà.

Uomo di sentimenti poco elevati o abbattuto.

Dimmi chi è che davvero vuole essere un “essere umano di sentimenti poco elevati”?!


NESSUNO!


Infatti aggiunge dopo, che è stato il cattolicesimo a “nobilitare” questo termine, per il fatto che siamo insignificanti rispetto a Dio o all'Universo.

Intanto se segui il Life Helping, avrai compreso come fare paragoni sia sbagliato.

Penso comunque che sia abbastanza lapalissiano sentirsi “piccoli” nei confronti dell'Universo! Siamo infinitesimali.

Questo significa che dobbiamo essere “umili” cioè di sentimenti “poco elevati”?

Assolutamente no! Siamo destinati ad essere Luce, a esprimere pienamente il nostro Essere e facendolo nobilitiamo noi stessi e chi ci osserva, perché stiamo dando un esempio “positivo” e anche la possibilità all'altro di “imitarci”, a fare altrettanto!

Perché quindi si è scelto di nobilitare questo termine?

Perché la chiesa, nei tempi passati, voleva arricchirsi a discapito della popolazione. D'altronde erano i preti e la chiesa stessa che amministrava il potere “spirituale”. Il concetto era non importa se nella tua vita terrena sei umile, sarà tuo il regno dei cieli, anzi sii umile in questa vita (dai tutto alla chiesa), che avrai la beatitudine eterna.

Nel 2022 si può scegliere di credere a questo sistema, ma personalmente l'ho abbandonato.


Nel gergo comune la parola umile è associata a colui che non si mette in mostra.

Mettersi in mostra potrebbe essere andare a sbandierare ai quattro venti che io so fare qualcosa. Questo meccanismo di ripetizione ha come fine il cercare di convincere me stesso in primis e poi gli altri che quel qualcosa io la sappia fare davvero. In questo caso le chiacchiere stanno a zero, basta osservare i fatti, no?

Comunque il termine “umile” in questo caso è sbagliato, perché il termine corretto sarebbe “modesto”.

Dal lat. modestus equivalente di moderatus, p.p. di moderare - regolare, temperare. che si contiene nei giusti limiti e non dà mai negli eccessi. Modestia impedisce di trasandare in vanità ed orgoglio.

Quindi io posso essere “modesto” se non “trasando” cioè non eccedo in vanità ed orgoglio.

Siamo sicuri che “essere sicuri di se stessi” sia in contraddizione con la modestia?

Io credo proprio di no.

Quindi sii sicur* di te stess* senza MAI farti abbassare l'energia da chi proietta su di te qualcosa che non ti appartiene, mantenendoti però sempre modesto, perché i fatti parlano da soli.

SEMPRE!

 
 
 

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