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Sognare (ad occhi aperti)


Probabilmente, nella lingua italiana, un termine che spieghi realmente il concetto di sognare non esiste.

“Ma come non l'hai appena utilizzato?”

Ti chiedo scusa, forse ti sto facendo un po' di confusione.

Cercando il termine “sogno” nel vocabolario etimologico, visto che la radice è – sonno –, viene concepito come sogno le immagini, il più delle volte scollegate, che si palesano alla mente quando si dorme.

Su questo c'è tutta una letteratura psicologica che, a partire da Freud, ha appassionato tantissimi psicologi e psichiatri per comprendere appunto, le immagini oniriche.

Ciò invece a cui mi riferivo è il tempo impiegato da svegli e ad occhi aperti a immaginare il mondo, il proprio futuro, dove l'anima ti porta.

Per quelli della mia generazione c'è stato un progressivo abbandono di questa “pratica”. Spesso mi viene detto che “con due bambini, un mutuo e delle bollette, non mi posso permettere di sognare”.

Ma è davvero così? Quando si entra nel meccanismo della società e della ruota del criceto è vietato permettersi di sognare? A maggior ragione in un momento come questo, in cui si parla solo di divisioni, pandemie, multe, chiusure e chi più ne ha, più ne metta, ha senso parlare di sognare?


Se lo sto facendo, ovviamente sì!


La fine del 20° secolo è coincisa con tantissimi personoggi che sono state considerati dei visionari, dei sognatori, ma che attraverso i loro sogni, hanno realmente poi cambiato il mondo. Modelli da seguire.

Che Guevara, Martin Luther King, John F. Kennedy, Enrico Mattei, Adriano Olivetti, Steve Jobs.. prosegui tu la lista.

Quello che mi interessa farti notare è che c'è un prima e un dopo di questi personaggi. Tutti hanno parlato di sogni. Tutti hanno avuto una visione. Tutti hanno dato speranza in momenti e in posti in cui non ce n'era.

Quelli che oggi si vogliono porre a modello, in realtà, sono spinti soltanto dal profitto e dall'Ego. Sono tutti spinti dal dominio del mondo per se stessi.

Gli altri erano “umili servitori dell'umanità” spinti da ideali altruistici che hanno portato alla loro stessa morte.

Ed è a questo punto che ti invito a riflettere proprio su questo punto.

La differenza tra sognare per mettersi al servizio e la società dell'Egosogno.

Quando le persone mi rispondono che non si possono permettere di sognare, cosa stanno dicendo?

Due cose in sostanza.

La prima è che questa società, per come è diventata ed è stata concepita, sei un semplice ingranaggio della macchina produttiva e che i tuoi sogni devono essere annullati in favore di quelli del “SuperMegadirettore Galattico” che può chiamarsi Bezos, Musk, Gates, o come preferisci.

La seconda è che l'unico vero ideale che c'è oggi è il denaro, il resto passa in secondo piano.

Infatti quanti business coach ci sono che ti promettono di fare soldi?

Quanto ormai si investe in borsa, nei fondi, nelle assicurazioni, ecc.?

Tutto ruota intorno al fare soldi, al poter comprare, al mostrare al mondo il bel corpo, la bella macchina, il bel viaggio, il posto dove si vive, o foto posticce in cui tutti, fintamente sorridenti, augurano buon Natale o buon anno ai propri “seguaci”.

Sognare diventa sognare di far soldi.


Sognare non ha nulla a che fare con i soldi.

Sognare non ha nulla a che fare con il comprare.

Sognare non ha nulla a che fare con il mostrare/si.

Sognare non ha nulla a che fare con il consumismo/capitalismo, tant'è che si è realmente smesso di farlo.

O quasi.

In realtà i sognatori di oggi sono i nerd, quelli che giocano in mondi fantastici, nei giochi di ruolo, che creano mondi fantastici.

Il problema è che, creando un mondo fantastico, sei comunque “fuori dal mondo” e sicuramente, anche se si percepisce la necessità di avere ideali eroici, vengono sublimati per continuare ad adattarsi al mondo esterno, che comunque ne è privo.

Film e serie tv “eroiche” sono quelle che fanno successo. Basta vedere i vari Marvel-Avengers, Games of Thrones, Vikings, ecc.

Fanno eccezione la Casa de Papel e Squid Games (di cui ho già parlato) che riguardano temi attuali. Tant'è che la Casa de Papel è diventato il simbolo della lotta contro il potere forte dell'Economia Sovranista. Ma sono attori. Non rivoluzionari. Nelle piazze si usano quei simboli (le tute rosse e le maschere di Salvador Dalì) ma, ahimè, restano fini a loro stessi.


Ma allora a che servirebbe sognare? Perché sto facendo un articolo su questo?


Sognare ha innanzitutto un primo riscontro pratico positivo: ti innalza lo spirito. Ti fa sentire bene. Pensare ad un mondo migliore, al fatto che la popolazione possa stare bene è qualcosa che ti riconcilia con il mondo, in barba a tutte le divisioni che i gerarchi di oggi vogliono praticare.

Sognare ti da speranza. La speranza che le cose possano cambiare, che non ci si deve arrendere mai, neanche quando le cose sembrano andare al peggio, perché è proprio a quel punto che sta per arrivare la svolta, se hai la perseveranza di credere nei sogni.


Sognare ti da luce. Quando sogni, metti in comunicazione l'anima con la mente e il corpo. Lo fai con tutto il tuo Essere, perché è qualcosa che è fuori dal controllo della mente. Allora la luce si irradia in tutto il tuo corpo e ti permette di brillare, “contagiando” anche coloro che hai a fianco (questo sì che è un bel contagiare!).

Sognare ti da entusiasmo e voglia di fare. Quando la tua mente “assapora” una cosa bella la vorrebbe vivere ed è proprio quell'entusiasmo che si genera automaticamente, che ti fa venire voglia di fare qualcosa per realizzare il “tuo sogno”.


Sognare è gratis. Per sognare non servono soldi, non è qualcosa che devi mostrare e quindi essere per forza “sbrilluccicoso”. Basta connettersi con se stessi e questo lo puoi fare in qualsiasi momento.

Sognare è vita. Il sogno è il generatore di vita, di quella vera. Ti fa, come gli esempi citati precedentemente, cambiare il mondo, ed è in questo che si può creare la vita, quella che merita di essere vissuta.


Per sognare è fondamentale rispondere semplicemente a questa domanda:

“meglio un giorno da leoni o cento da pecora”?

 
 
 

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