Obiettivi - Traguardi
- Life Helping Master
- 8 feb 2022
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 9 feb 2022

“Se devo seguire il flusso, come mi hai detto la scorsa settimana, perché oggi mi vuoi parlare degli obiettivi e dei traguardi? Non vanno in conflitto le due cose?”
Suppongo sarà questa la domanda che ti sei fatt* appena hai letto il titolo della mail di oggi.
No, non vanno assolutamente in conflitto le due cose. Per riprendere l'esempio che ti ho fatto la scorsa settimana, io avevo un obiettivo: fare un aperitivo. E poi si è concretizzato seguendo il flusso.
Allora come funziona realmente tutta la questione?
Innanzitutto io devo avere un'intenzione. Che cos'è un'intenzione? Il vocabolario etimologico ci dice: dal lat. intentionem da intentus part. pass. d'intendere - tendere verso, fine, pel quale l'animo si volge a sperar checchessia, proponimento.
Oggi, grazie alla mentalità americana, usiamo la parola obiettivo, ma ciò di cui realmente abbiamo bisogno è un'intenzione. L'intenzione a fare un qualcosa.
Ne dobbiamo avere solo una?
Assolutamente NO!
Ne possiamo avere tantissime, per tutti gli ambiti che ci necessitano.
Poi?
Poi lasciamo andare il controllo. Cioè evitiamo di farci aspettative sopra. Perché se una cosa deve accadere, accade.
Altrimenti no.
Io per 7 anni ho provato a fare il designer e tutte le strade, per quanto m'impegnassi, ad un certo punto si chiudevano. Quando ho deciso di fare questo lavoro, il mese dopo ho iniziato ad avere la mia prima cliente e da lì non mi sono più fermato, con tutto che è un periodo difficile.
Io non avevo nessuna aspettativa sul mio nuovo lavoro, ma l'universo voleva che avvenisse.
Quindi come funziona davvero?
È una co-creazione: 50% d'intenzione senza aspettative e di lavoro da parte tua,
50% di segnali e possibilità dall'Universo.
Questo significa che, quando si parla di obiettivi, cioè d'intenzioni, devi anche renderti conto se la strada è quella giusta. Infatti per quanto possa piacerti la strada che hai intrapreso, averci costruito sopra tutte le tue aspettative e buttato sopra il tuo sacrificio e il tuo sudore, bisogna imparare a lasciar andare se il prezzo da pagare è troppo alto.
Voglio raccontarti una storia a tal proposito.
Un ragazzo newyorkese di nome Jack Ryan, aveva un padre molto irascibile, che lo denigrava costantemente, tanto che lui aveva tantissima rabbia repressa. Si sentiva bene con se stesso solo quando giocava a basket. Ed era fortissimo, un fenomeno, nei campi per strada. A causa della sua irascibilità, dovette cambiare tre scuole e andare in una pubblica, in cui c'era tutta gente che veniva dai sobborghi di New York. Faceva casino, si arrabbiava.
“Se ti senti dire che sei inutile dopo un po' ci credi e inizi a comportartici e poi lo diventi”
Ad un certo punto al suo liceo venne un allenatore di una squadra universitaria molto importante. Jack fece una partita fantastica e iniziarono a seguirlo. Piano piano sparirono gli osservatori. Perché? Perché un carattere come il suo, in cui si attaccava con gli arbitri, insultava gli spettatori, litigava con i compagni, anche se sei un talento pazzesco, crei tanti problemi.
Arrivò all'università e ci furono delle scuole minori che lo vollero, ne girò diverse. Nel frattempo aveva iniziato a bere, quindi a tutti i limiti caratteriali, si aggiunsero quelli esterni.
Finì con l'abbandonare l'università.
Tornò a giocare al parco dietro casa, passando da un lavoro all'altro. Finché lo trovò al mercato del pesce. Lavorava la notte, dormiva la mattina, aspettava le cinque del pomeriggio, e andava a giocare. Continuava a bere.
Si spostò di campo, andò a cercare un posto in cui c'erano dei giocatori di streetball bravissimi e molto duri. Riuscì a fare breccia, anche nei ragazzi neri.
Passava il tempo e ad un certo punto un giornalista sportivo, quando lui aveva 27 anni gli disse: “sei un talento formidabile, ti posso far fare un provino in NBA, che ne pensi?” Disse di no. Continuava a fare tornei da strada e tutti gli dicevano: “dovresti giocare in qualche squadra del campionato, sei fantastico!”
Così tornò dal giornalista e chiese di fare un provino, per i NETS. Non tornò indietro perché credeva in se stesso, ma perché glielo dicevano gli altri! Inoltre, non essendo abituato ad essere un atleta, d'altronde fino a quel momento aveva bevuto e una vita sregolata, il suo fisico non resse la pressione degli allenamenti e fu scartato.
Questa notizia lo annientò psicologicamente.
Divenne un vero e proprio alcolista e pensò di togliersi la vita.
Toccò il fondo.
Ed è proprio quando tocchi il fondo, senza aspettative e senza più nulla, che l'universo ti fornisce l'opportunità di riscatto.
Tornò a giocare al campo dietro casa e un suo amico disse “Conosco gli Harleem Wizard, vuoi fare un provino?” Era una specie di squadra di basket, ma che faceva solo esibizioni, allietava compleanni, feste di ogni tipo. Aveva a che fare con i bambini. Si doveva far ridere la gente e coinvolgerla. Lui era molto bravo in questo. Era un giocherellone.
Entrò e ancora ne fa parte.
Aveva cercato se stesso e la sua dimensione tutta la vita. Aveva un talento, che non serviva per diventare un professionista, ma semplicemente per portare gioia alle persone.
Smise di bere, si è costruito una famiglia e finalmente è felice.
Questa storia è proprio l'emblema della co-creazione e di come bisogna seguire il flusso senza farsi condizionare o avere aspettative. Maggiore è il distacco da se stessi, maggiori saranno le sofferenze.
Se osservi bene in questa storia c'è anche una componente fondamentale: il padre che lo denigrava. Siamo sicuri che se avesse avuto un padre che invece lo incoraggiava, sarebbe diventato un giocatore di basket e la sua vita sarebbe stata perfetta? Oppure è riuscito a fare quello che ha fatto proprio a causa di quel pregresso? Io credo proprio che questa seconda opzione, ma è solo una mia opinione.
Se la strada è quella giusta, tu sei felice. Se la strada è sbagliata pagherai un prezzo e sarà sempre più alto finché non comprenderai davvero la motivazione per cui sei nato, cioè la tua missione di vita.
Qual è allora il traguardo da raggiungere?
LA GIOIA!
In ogni intenzione, in ogni cosa che fai lo scopo è la Gioia, cioè “l'andare armonico dell'anima con le cose”! Questo è il vero traguardo. Il resto sono solo esperienze che aggiungono un tassello a questo scopo!
Quindi metti tante intenzioni in circolo, lascia andare le aspettative, lavora sodo e l'universo ti porrà davanti tutte le opportunità che ti saranno necessarie per rendere la tua vita
STRAORDINARIA!
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