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I sette vizi capitali - l'Ira


Questa settimana, voglio affrontare il secondo vizio capitale, che oggi, come non mai, è decisamente troppo diffuso in tutta la popolazione (italiana e non):

l'Ira.


Qualche settimana fa ho parlato della rabbia in relazione alla tristezza.

Che cos'è l'ira?

Vediamo cosa ci dice il vocabolario etimologico: dal lat. ira, radice indo-europea ar sollevare, ergere. Accendimento per appetito di sangue, movimento d'animo disposto a nuocere, a far male.

Quindi sembrerebbe (ed infatti viene così definito) un sinonimo della rabbia.


In realtà non lo è affatto.


Lo sapevi che “menis”, cioè rabbia divina, è il primo termine della letteratura occidentale, cioè “l'ira del pelide Achille”, l'inizio dell'Iliade?

Da qui comprendiamo come rabbia ed ira siano due cose diverse.

La rabbia è un'emozione che sì agisce per furore, ma finisce lì.

L'Ira invece no. L'ira è qualcosa che viene dal profondo, tanto che invece di sfociare nella tristezza, come per la rabbia, ha come sua naturale conseguenza la vendetta. E la vendetta, si dice sia un piatto da servire freddo, quindi è premeditata. Per essere premeditata, ha bisogno di tempo, quindi non può iniziare e finire come un fuoco di paglia!


L’ira è la più tremenda perché ci fa perdere il controllo di noi stessi.

L’iracondo perde la capacità di fermarsi, non è più padrone delle sue azioni e dei suoi pensieri, abbandona i freni della ragione e si lascia andare a reazioni emotive e brutali.

Non è considerata un sentimento soltanto umano, ma anche divino. Infatti nell'antico testamento, l'ira viene nominata ben 518 volte. Lo stesso Gesù, nel vangelo secondo Matteo, visibilmente irato, caccia i mercanti dal tempio, dicendo “Non sono venuto a mettere pace, ma la spada”.

Anche nel Paradiso dantesco San Pietro confessa “io sovente arrosso e disfavillo”, bruciante di rabbia contro Bonifacio VIII, che usurpa in Terra il soglio pontificio, trasformando il Vaticano in una sordida cloaca a causa dei suoi traffici, al punto che Lucifero gode della corruzione della Chiesa.

Ma quindi l'ira è sbagliata a prescindere o è qualcosa che può anche essere “giusta”?

Ci aiuta Aristotele in questo. Dice che l’ira va condannata solo se diventa sproporzionata e mal direzionata. L’ira contro l’ingiustizia, invece, non solo è legittima, ma anche doverosa e virtuosa; “è atteggiamento da schiavi il sopportare l’oltraggio e far finta di nulla se gli amici sono insultati”

L'ira a cui fa riferimento Aristotele è un sentimento profondo, qualcosa che vessa l'anima e la dignità umana, che non può (/potrebbe) non sfociare nell'ira.


Torniamo all'ira “cattiva”.

Perché nasce l'ira? Quali sono le cause? L'ira nasce da lontano.

L'ira è qualcosa che va ricercata nella nostra infanzia. Un bambino che s'è sentito amato non sarà mai un adulto iroso. Un bambino che ha avuto un'infanzia serena, tranquilla, divertente, gioiosa, non sarà MAI un adulto iroso.


Un bambino che ha subito violenza, un bambino abbandonato a se stesso, un bambino che non si è mai sentito amato, diventerà un adulto iroso.

Ma anche un adolescente che ha subito bullismo per lungo periodo, o ingiustizie a scuola, dai compagni o dagl'insegnanti, emarginazione. Ma anche un “adulto” che ha subito violenza, che è stato con un narcisista o con un borderline diventa iroso.

Qualsiasi di questi esempi vuole vendetta, vuole vedere il suo carnefice perire, vuole vedere colui o colei che è la causa della sua sofferenza, soffrire altrettanto, se non peggio.

Si potrebbe quasi dire che l'ira sia una gran parte della propria parte oscura.


Essendoci sempre meno Amore in giro e sempre più violenza, di iracondi ce ne saranno sempre di più, quindi è un fenomeno in espansione.

Quella che invece possiamo chiamare “positiva”, cioè l'ira che reagisce all'ingiustizia, parte dallo stesso principio. Quando un popolo subisce delle vessazioni, si ribella.

Le rivoluzioni nascono in questo modo, generalmente.

La storia è piena di rivolte e rivoluzioni.

Fondamentalmente viene dal fatto che si lede la dignità umana e si reagisce in maniera inconsulta, con violenza e vendetta.

I partigiani prima fucilarono Mussolini poi l'esposero a piazzale Loreto a Milano.

“Verso le 7 del mattino, mentre i partigiani lasciati di guardia alle salme ancora dormivano, i primi passanti si accorsero dei cadaveri. Complice un passaparola che in poco tempo attraversò tutta Milano, la piazza si riempì velocemente. Non era stata prevista alcuna misura di contenimento: nella calca le prime file di folla vennero spinte verso i cadaveri, calpestandoli e sfigurandoli. Molti insultavano, dileggiavano, sputavano e prendevano a calci i cadaveri. Una donna sparò al cadavere di Mussolini cinque colpi di pistola per vendicare i propri cinque figli morti in guerra. Mentre sui cadaveri venivano gettati ortaggi, a Mussolini, per dileggio, venne messo in mano un gagliardetto fascista. Qualcuno orinò sul cadavere della Petacci.” questo riporta Wikipedia.

Questa è Ira “positiva”.

Ma siamo davvero sicuri che esista una “Ira positiva”?

Siamo davvero sicuri che una vessazione debba portare per forza alla vendetta e alla violenza, cioè all'Ira?

Allora Mandela e Gandhi potremmo considerarli dei pirla, visto che hanno praticato il perdono e la non-violenza. Hanno perdonato i loro carnefici e non si sono abbandonati all'Ira... che scemi!

NON ESISTE E NON ESISTERÀ MAI UN'IRA “POSITIVA”.


L'unico modo per liberarsi dell'Ira è conoscere se stessi, il più a fondo possibile e perdonare.

Ed è anche l'unico modo per essere Gioia.


Life Helping Baby!

 
 
 

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