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Avere pazienza o lasciarsi?


Dopo lo spazio, mi sembra logico occuparmi, sempre all'interno della coppia, di una domanda che almeno una volta nella vita ognuno di noi si è fatto:

aver pazienza o lasciarsi?

Qualcuno potrebbe dirla diversamente: sopportare o distruggere?

Sopportare: lat. supportare composto dalla particella sub, sotto, e portare. Reggere, tollerare, soffrire, subire.

Distruggere: dal lat. distruere, p.p. di distructus - abbattere, disfare totalmente.

Se una persona sopporta o vuole distruggere, significa che non sta bene, che la sua anima è dissonante da ciò che c'è fuori, quindi non c'è armonia... non c'è Gioia, insomma.


Avere pazienza e lasciare, quindi.

Vediamo l'etimologie delle parole: lat. patientem - aggettivo participiale da patior, patire - che attende e persevera con tranquillità.

Che attende e persevera con tranquillità. In questa definizione ci può essere Gioia?

Assolutamente sì!

La vita ti mette davanti delle situazioni in cui è necessario fermarsi o rallentare, per fare una revisione, per mettere in discussione tutto o parte di quel tutto e per poterlo fare bisogna essere perseveranti (lat. perseverare da per - severus oltre modo severo, grave, forte, duro: propriamente: persistere inflessibilmente, con costanza).


Lasciare: dal lat. laxare allargare, sciogliere. Allontanarsi da; mettere in libertà.

Allontanarsi da – ciò che ci fa stare male, ciò che è dissonante da noi, dopo averlo osservato, analizzato, compreso e sperimentato tutte le possibili soluzioni alternative.

Allora perché si arriva alla rottura?

Perché avere pazienza e perseverare non significa esser ciechi. Significa credere in qualcosa e portarlo avanti cercando di superare gli ostacoli. Questo è il metodo, ma la scelta, la nostra anima, l'ha già fatta all'inizio.

Quale scelta?

Quella, nel caso in cui ci si senta dissonanti, di voler imparare qualcosa. Sì, perché le persone che entrano nella nostra vita hanno la funzione di insegnarci qualcosa, di aiutarci a mettere in atto quelli che sono i nostri limiti, quelli che sono i nostri traumi non superati e che puntualmente si ripresentano, in forma leggermente diversa e in maniera sempre più profonda, ad ogni persona che si avvicina a noi.


Allora come faccio a scegliere se avere pazienza o lasciare?

Semplice: Osservazione, analisi, comprensione e sperimentazione. Una delle basi del Life Helping, il metodo scientifico.


Innanzitutto, anche se non hai seguito tutte le fasi che ho precedentemente raccontato, non significa che non ci si possa render consapevoli oggi. Se ti sei innamorato/a del tuo attuale partner, significa che ha richiamato qualcosa in te, giusto?

I primi tempi, ti sarà sembrato tutto bellissimo, viaggiavi su vibrazioni altissime, perché eri nell'ubriacatura d'amore, nella fase dell'innamoramento. Questa fase, come abbiamo visto dura da 3 a 6 mesi, a seconda della frequenza.

Nella seconda fase, abbiamo visto i quattro parametri fondamentali affinché si possa passare alla fase successiva: voglia di comprendersi, accettazione, lavorare sulle differenze e creazione del dialogo.

È a questo punto che generalmente si crea una spaccatura, perché le quattro caratteristiche non vengono eseguite nella maniera corretta; infatti invece di voler comprendere l'altro si è attuato un giudizio, quindi nessuna accettazione, men che meno lavorare sulle differenze, cercando invece, nel migliore dei casi, di farle incastrare, e il dialogo è progressivamente diventato sempre più aspro con il passare del tempo.

Chi è riuscito a passare indenne la seconda fase, ed è arrivato alla terza (statisticamente circa il 25% di coloro che iniziano una relazione), ha potuto sperimentare la vulnerabilità, l'aprirsi completamente all'altro. Questa fase è molto critica, perché è quella che porta la coppia a creare i veri equilibri, le abitudini, i meccanismi.


Chi è nella quarta o nella quinta è praticamente impossibile che si faccia la domanda “pazienza o lascio?”, semplicemente perché l'Amore, il vero Amore, ti fa essere pregno di vita e quindi anche pienamente nella coppia.


Non importa se la seconda e la terza fase siano state fatte male, si può sempre ricominciare no? Ed è a questo punto che sorge spontanea la domanda: tu (e il tuo partner) siete due persone che come si rompe una cosa la buttano o provano ad aggiustarla? Se siete due persone che non aggiustano nulla la risposta già ce l'hai, quindi è inutile che vi dilunghiate in comportamenti che porteranno ad esaurirvi di più.

Se invece siete due persone che ci provano, saprai anche che non tutto ciò che si prova ad aggiustare, si può effettivamente farlo, ma sicuramente, provarci ne sarà valsa la pena. Perché un discorso è lasciarsi perché si è arrivati ad odiarsi, un altro è semplicemente rendersi conto che per quanto affetto, stima, rispetto, ecc. ci sia, non si è fatti per stare insieme. Zero rancori, zero problemi, solo e soltanto consapevolezza.


Quindi cosa fare per provare a rispondere alla fatidica domanda?


Un percorso.


La prima domanda è: cosa provo per lei/lui? Provo ancora, sommersa sotto i problemi, quella voglia di stare insieme, di scoprirsi, di amare? E il mio partner prova lo stesso per me? Chiarire i propri sentimenti (MAI le proprie emozioni, che sono frutto della mente e del momento) vicendevolmente essendo pienamente onesti con se stessi e con l'altro.


Nel qual caso entrambi abbiate risposto sì, provo ancora qualcosa che credo sia innamoramento, allora si passa alla fase successiva.

Sedersi a tavolino, con gli strumenti adatti (e negli articoli precedenti ne hai parecchi per iniziare), e fare una completa revisione del rapporto.

Nella seconda fase abbiamo creato i 4 strumenti necessari? Se sì passa alla fase successiva. Se no, inizia a crearli!

Nella terza fase, quando ci siamo aperti, ci siamo accolti? Contemporaneamente io do amore a me stesso? Se no fatelo!


Se il problema non fosse in una di queste fasi, allora dove potrebbe essere? Ci sono due possibilità o non vedete più il bello dello stare insieme e la cosa migliore sarebbe proprio ricominciare da zero, cercare di riconquistare l'altro, cercare di flirtare, di sedursi vicendevolmente, oppure lasciarsi perché è finito l'amore. I problemi e tutto quello che è stato fatto ha eroso completamente il sentimento. Può succedere.

 
 
 

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