Aver premura e prendersi cura
- Life Helping Master
- 24 ago 2021
- Tempo di lettura: 5 min

Dopo aver affrontato le cinque fasi dell'Amore, voglio iniziare ad osservare insieme quelli che sono i requisiti affinché le cinque fasi precedenti possano esistere. Questi requisiti hanno l'obbligo di essere indirizzati per primi verso se stessi e solo successivamente, quando i circoli virtuosi instaurati sono diventati abitudine, allora si possono espandere verso l'esterno.
Il primo requisito di cui ti voglio parlare è la premura e il prendersi cura. Sembrano diversi, ma fanno parte dello stesso filone.
Premura viene da premere: infatti il concetto che ne esce è una pressione interiore, una spinta verso qualcosa.
Prendersi cura significa prendere su se stessi, quindi assumersi la responsabilità, della cura.
La prima quindi è la pressione che viene da dentro, dall'anima, la seconda è la scelta della mente.
Nessuna delle due dovrebbe mai esistere senza l'altra, perché la spinta interna senza la mente che la segue, muore nel momento in cui nasce, quindi crea frustrazione. La responsabilità della cura, senza la spinta da dentro è solo un dovere e come tutti i doveri, diventa un peso.
Insieme, invece, sono una manifestazione dell'Amore! Significano avere una cura attenta e sollecita, attraverso affetto e gesti, di qualcuno. Il primo qualcuno, verso cui indirizzare la propria premura e la cura è se stessi.
Perché bisogna indirizzare la premura e il prendersi cura verso se stessi?
Ci sono diverse motivazioni che possono rispondere a questa domanda.
La prima è: dato per scontato (ormai) che l'Amore sia un'arte da imparare, l'unica maniera veramente efficace per farmi amare è l'esempio. Quindi se io mi amo, attraverso l'essere premuroso e il prendermi cura di me stesso, l'altra persona può imparare ad amarmi attraverso i neuroni specchio, cioè può imitarmi, aggiungendo il suo Essere. Ovviamente la cosa dovrà essere reciproca, altrimenti non è Amore.
Se invece io, dovessi ricevere qualcosa di diverso dall'altra persona, potrei tranquillamente rifiutarlo se non lo considerassi Amore. O potrei sperimentare e vedere. Ma cosa fondamentale è che ci sarebbe consapevolezza in questo. Io so cosa voglio, perché l'ho impararo e lo ricerco e tu puoi imparare a darmelo perché io ti mostro come si fa.
D'altro canto se io non ho Amore nei confronti di me stesso/a, allora l'altra persona, necessariamente, farà ciò che sa fare, cioè ciò che ha imparato dai propri genitori. Quindi se le cose dovessero combaciare mi sentirei “amato”, mentre se non dovessero combaciare, allora mi sentirei maggiormente frustrato, tanto più si discosta da quello che sono le mie aspettative di amore. Questo caso riguarda, ad una stima approsimativa, il 98% della popolazione mondiale.
Spesso le persone mi dicono: “A me piace cucinare, ma solo per qualcun altro. Se devo farlo per me, mi accontento anche di ciò che trovo nel frigorifero o di un'insalata” (come se un'insalata non fosse una cosa buona, tra l'altro).
Che messaggio inviano a se stessi? Gli altri sono più importanti di me. Questo è l'esempio lampante di assensa di premura e prendersi cura verso se stessi.
A me Adriano, invece, piace mangiare sano e gustoso, e ogni giorno io ho la spinta e la voglia di “coccolarmi” cioè di cucinare per me stesso come se fossi in un ristorante stellato (con le mie capacità, ovviamente). Se invito amici a cena, li tratterò esattamente come tratto me stesso, ne più ne meno. Quindi che messaggio invio a me stesso? Le altre persone hanno lo stesso livello di importanza per me di quanto ne abbia io di me stesso.
Ora ho fatto l'esempio della cucina, ma di esempi se ne possono fare infiniti.
Io ho scelto, quindi, di seguire il comandamento: “Ama te stesso come il prossimo tuo”. Infatti non viene specificato ne di più, ne di meno. Ama te stesso come il prossimo tuo. O se preferisci, “Ama il prossimo tuo come te stesso”, tanto ai fini del messaggio, non cambia assolutamente nulla.
È una massima di vita che chiunque dovrebbe, almeno pensare di, seguire, perché in altri termini significa ricercare l'equilibrio. Se io do “tot” a me stesso lo do anche agli altri, ma lo voglio anche dagli altri.
Una seconda motivazione che risponda alla domanda precedente potrebbe essere: se io lo faccio con me stesso, allora so farlo anche nei confronti dell'altra/o. Quando il concetto di premura e prendersi cura è insito in me, allora io tratterò, per “sana abitudine” anche chiunque mi stia vicino alla stessa maniera. È, se vuoi chiamarlo in altri termini, una questione di rispetto. Io rispetto me stesso e allo stesso tempo rispetto te, ti tratto come meriti, perché io per primo merito di essere trattato in quella maniera. Esprimo tutta la premura e la cura che posso, perché il mio Essere è questo.
Quale potrebbe essere una mistificazione di questo concetto? I crocerossini e i passivo-aggressivi.
Mi spiego.
Io ti riempio di attenzioni e di cura perché voglio essere trattato in questo modo, ma verso me stesso non lo faccio. Pretendo invece che tu lo faccia e nel qual caso tu non lo dovessi fare, sei tu il cattivo.
Ma se verso te stesso/a, non esprimi premura e cura, ti scordi dei tuoi bisogni, perché lo vuoi da me? Io ti imito (attraverso i neuroni specchio) e faccio esattamente quello che tu fai (ovviamene questo non è un discorso razionale, ma inconscio). Questo mio comportamento in realtà, ha l'importantissima funzione di mostrarti quanto poco Amore, quindi premura e cura, dai a te stesso/a. Se non te ne dovessi accorgere e continui a focalizzare la tua attenzione verso l'esterno, a maggior ragione andrà ad acuire la tua frustrazione. Quindi ti sentirai sempre peggio. Ma come andrai ad esprimere quel peggio?
Se sei un crocerossino/a andrai a colmare ancora di più, cioè farai ancora di più verso l'oggetto del tuo “amore”, annullandoti sempre maggiormente fino a diventare una specie di “satellite”. A questo punto possono avvenire due cose: o la persona ti lascia e quindi toccherai il baratro, perché ti sentirai completamente svuotato/a, oppure se si dovesse creare un equilibrio compensatorio allora le persone potrebbero stare insieme tutta la vita, ma il/la crocerossino/a non sarebbe mai realmente Gioia.
Se invece sei un/a passivo-aggressivo/a, allora inizieresti a mettere in atto tutta una serie di comportamenti tipici di questa patologia, che potrebbero essere tutti racchiusi sotto il concetto di piccole “vendette”. Per esempio: tu non sei premuroso/a con me o penso che non ti prendi cura di me? Allora io anche dopo giorni, ti faccio fare tardi (per esempio mettendoci tanto a prepararmi) ad una cosa alla quale tu tieni. Soltanto che in questo caso, l'altra persona riceverà solo una gran frustrazione, senza realmente poter comprendere quale sia il problema, perché neanche nella testa del passivo-aggressivo, questo comportamento sarà esplicito. (ti consiglio di andare a vedere le caratteristiche che i passivo-aggressivi attuano per osservare se anche tu attui quel comportamento).
Per queste due tipologie di persone, basterebbe che mettessero realmente in discussione il loro modus operandi e iniziassero ad essere premurosi e ad aver cura di se stessi. Cambiato il punto di vista, cambierebbe anche il rapporto con l'altro/a!
Ma quindi realmente, cosa significa avere premura e prendersi cura?
Significa indirizzare il proprio Essere attraverso gesti quotidiani, l'allenamento al rispetto (di se stessi e dell'altro), iniziando tutta una serie di circoli virtuosi che ti permettanno, una volta creata l'abitudine e parallelamente esserne consapevoli, verso l'Amore e la Gioia godendone tu e chiunque ti sia vicino.
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